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mercoledì 1 marzo 2017

Lavezzi e le Diomedee la leggenda

http://www.vacanza-barca-vela.it/index.html
Il Grande Zot a Lavezzi

Vi racconterò di un giorno di fine estate nelle Bocche di Bonifacio e della misteriosa isola di Lavezzi. Stavamo aspettando una finestra meteo favorevole che forse nel pomeriggio ci avrebbe permesso di traversare le Bocche ma sopratutto che ci desse la possibilità di passare la notte all'ancora in rada a Lavezzi. L'isola formata da tafoni di granito lavorati dal vento è deserta; solo due cimiteri con simboliche tombe dei marinai del naufragio della "Semillante", una fregata francese che nel 1859 con 800 persone a bordo tra militari e marinai (la nave era in rotta per la Crimea in guerra) si schianto sugli scogli dell'isola. Si racconta di un avaria al timone, della nebbia e del forte vento di maestrale che nelle Bocche di Bonifacio fa da padrone. La traversate è veloce, il vento è calato e ci permette di dare fondo a Cala Lazzarina di fronte a una delle spiagge più belle dell'isola. Scendiamo a terra e passeggiando sulla spiaggia ci troviamo davanti al cimitero dei marinai della Semillante. Le lapidi erano circondate da fiori bianchi e gialli un luogo che suscita tristezza e bellezza. In fondo con alle spalle il mare e la Corsica una lapide in ottone del comandante ( Gabriel) con incisa una lettera commovente della madre. Torniamo bordo la sera si avvicina e in pozzetto con gli amici iniziamo a raccontare di mare, di traversate, di spiriti, di leggende. Chi ha dormito a Lavezzi si ricorderà di aver sentito le diomedee (uccelli marini) i loro garriti sono simili ai vagiti dei bambini e la leggenda racconta che in ognuna di loro c'è l'anima di un marinaio.  Passiamo la notte ascoltando i loro canti. Anche le isole Tremiti, arcipelago pugliese sono ricche di diomedee anche li si racconta di un naufragio; il naufragio di Diomede valoroso eroe dell'Iliade e dei suoi compagni. Sull'isola di San Nicola vi è una tomba di epoca Ellenica chiamata la tomba di Diomede. Dopo la sua morte, Venere, per compassione dei compagni di Diomede li trasformò in uccelli, perchè facessero da guardiani al loro re. Quella notte, tra un racconto e l'altro abbiamo scherzato e riso, ma tutti al mattino hanno raccontato d'aver avuto po di paura.
Il Grande Zot a Lavezzi

   

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